DISTURBO ALIMENTARE
Si parla di disturbo del comportamento alimentare quando una persona mostra un'estrema riduzione o aumento del consumo di cibo e preoccupazioni per il peso.
I disturbi alimentari sono un modo per comunicare sofferenze psicologiche. Spesso lutti, abbandoni, abusi e maltrattamenti spesso subiti in età precoce. Pensare in modo ossessivo al “cibo-corpo-peso” diventa un anestetico che permette di non sentire la sofferenza. È un’auto-cura.
In Italia sono oltre 3 milioni di persone a soffrire di disturbi del comportamento alimentare. Si tratta maggiormente di donne adulte, adolescenti e bambine. Negli ultimi anni il fenomeno riguarda anche gli uomini.
I disturbi alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e frequenti, sono diventati nell’ultimo ventennio una vera e propria emergenza di salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti.
Se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco. Secondo la American Psychiatric Association, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali.
I disturbi alimentari sono comunque trattabili, e prima una persona intraprende il trattamento di cui ha bisogno più ci sono possibilità di una buona guarigione. Anoressia e bulimia sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. L’obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate a modificare i comportamenti e l’attitudine, ad adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi che non siano dannose per la propria salute e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare.
Spesso è difficile convincere un soggetto con disturbo di alimentazione a sottoporsi ad una terapia, poiché, di solito, egli nega di avere un problema.
Nella cura dei disturbi alimentari è indicata in modo specifico la psicoterapia. Solo un percorso di consapevolezza può far emergere il dolore sotterraneo, che la persona cerca di dominare col controllo alimentare. Nel dolore è contenuto un senso negativo di sé, che potrebbe pervadere la psiche. Quindi è indispensabile che ogni lavoro psicoterapico si accompagni alla riscoperta dell’autostima.
Nel dolore c’è un pezzo di storia personale, spesso minimizzato. Quel pezzo di storia è triste, perché non ha tenuto conto di un bisogno importante. Oggi, che la persona è grande e consapevole, può riprendere quel bisogno e soddisfarlo con modalità adatte al presente.