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CRISI DI COPPIA

 

Crisi deriva etimologicamente da un termine greco, Krísis (da kríno = io giudico) che significa scelta, giudizio, separazione. Nella sua accezione psicologica la crisi descrive una situazione d’incertezza che prelude a radicali trasformazioni.

 

Quello che si verifica in una situazione di crisi è la frattura tra desiderio e realtà, tra senso e progetto.

 

La crisi di coppia non è mai determinata da un solo evento, in genere si tratta di una combinazione di fattori e ha come tratto distintivo il protrarsi nel tempo.

 

Si parla di crisi di coppia quando i partner vivono un malessere che dura nel tempo e, nonostante il desiderio di cambiamento, i tentativi di risolvere i problemi non hanno dato esito positivo o, addirittura, si sono trasformati in dinamiche ripetitive che alimentano il problema anziché risolverlo.

 

La consapevolezza della problematicità del rapporto è accompagnata da uno stato di disagio, di pesantezza del clima relazionale e dalla sensazione d’impotenza.

 

Non esiste relazione psicologica tra due individui che non abbiano preso coscienza di sé e non può esservi coscienza di sé senza una differenziazione dall’altro.

 

Possiamo senz’altro affermare che senza un’adeguata percezione della differenza radicale che ci costituisce come individui, etimologicamente, non–divisi, non vi potrà mai essere il matrimonio inteso come relazione psicologica.

 

La fiaba di Eros e Psiche descritta all’interno delle “Metamorfosi” di Apuleio si presta particolarmente a rappresentare il passaggio da una relazione vissuta inconsciamente ad una più consapevole raggiunta attraverso le prove e il sacrificio. Psiche all’inizio è costretta ad amare Eros “al buio”, senza riuscire a cogliere l’essenza reale del suo sentimento e in assenza di una conoscenza reale del suo sposo. Questo rappresenta la condizione iniziale di un amore fondato sul cosiddetto “colpo di fulmine”, caratterizzato da una forte componente proiettiva. In seguito alla trasgressione, rappresentata dall’atto di “far luce” sul volto dello sposo, Psiche dà inizio alla presa di coscienza, un cammino irto d’ostacoli, che la porterà, in seguito al superamento di quattro prove, al ricongiungimento con Eros, in una sfera sacra. Perché una relazione possa accedere alla sfera del sacro è necessario che la presa di coscienza sia totale, che l’altro cioè costituisca l’occasione per un progressivo accostamento alla propria dimensione interna.

 

Se dunque, nelle prime fasi di un rapporto, l’aspirazione inconscia si dirige verso una condizione fusionale, nelle fasi successive tale condizione mostra prima o poi tutti i suoi limiti. Di fronte all’inevitabile scacco, si profilano due diverse strade: La prima consiste nel colpevolizzare l’altro, attribuendo alla sua inadeguatezza il mancato coronamento del proprio sogno d’amore. La seconda strada, consiste nel riconoscere a poco a poco l’illusorietà delle proprie pretese, adeguandosi alla realtà più che alla costruzione dell’ideale. La situazione relazionale, sia essa un fidanzamento o un matrimonio, è un passaggio obbligato da un amore fantasticato ad uno reale.

 

Se dunque crisi significa mettere in discussione lo status quo, crisi può anche essere il modo per ripensare l’amore rompendo la circolarità narcisistica.

 

Quando parliamo di crisi nella coppia occorre premettere che spesso questi periodi di cambiamento possono essere risolti in maniera autonoma. In altri casi è utile e necessario richiedere l’aiuto di un professionista, soprattutto se sono presenti anche figli.

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